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Stile di vita sano tra passeggiate, esercizi fisici, giochi a tema e mangiare light. È stato questo il programma delle otto settimane di soggiorni estivi che hanno concluso il progetto dell’Associazione Italiana Persone Down (AIPD) “Sani e Belli”. Dal 5 giugno al 15 luglio 2017, 72 persone con sindrome di Down (36 maschi e 36 femmine) di 22 sezioni AIPD hanno vissuto insieme vacanze, in mare o in montagna, per condividere la fase finale del progetto annuale pensato per promuovere uno stile di vita più sano, dal cambiamento delle abitudini alimentari ad una vita meno sedentaria. Le settimane si sono svolte a Zovello (UD), Tortoreto Lido (TE), Isola di Capo Rizzuto (KR), Tarquinia (VT) e Scalea (CS).

In ogni settimana la giornata seguiva questo stile: esercizi del mattino, colazione light a base di yogurt, latte scremato, cereali o carboidrati integrali, passeggiate in montagna o giochi sulla spiaggia, pranzo leggero. Il pomeriggio altri giochi e poi la preparazione del pasto serale, con spesa e giochi a squadre legate alla propria appartenenza territoriale. Le stesse squadre hanno preparato in ogni soggiorno un pasto di specialità regionali, cucinate in versione leggera. L’obiettivo per tutti è stato, tra gli altri, la perdita di peso: all’inizio e poi alla fine della settimana ogni partecipante è salito sulla bilancia e tutti hanno perso almeno un chilo. La somma complessiva di tutti i chili persi nelle settimane dai partecipanti è di 88 chili circa.

Il progetto ha avuto la durata di un anno in cui, prima delle vacanze, sono stati organizzati incontri mensili per appropriarsi di uno stile di vita più sano. È stata anche realizzata e sperimentata l’app “In forma” (scaricabile dagli app store Ios e Android) per aiutare i partecipanti ad auto monitorare le proprie scelte.

“Le persone con sindrome di Down sono a rischio di sovrappeso con grossi danni per la salute. Il progetto – ha affermato Anna Contardi, coordinatrice nazionale AIPD e responsabile del progetto – ha voluto renderli protagonisti e consapevoli che uno stile di vita diverso può aiutare ognuno a vivere meglio. Non vogliamo affidarci ai caregiver, ma alle persone con sindrome di Down stesse”.

Qui sotto il video riassuntivo di uno dei campi: