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Esperienza riportata da una mamma.


Sono la mamma di C., una bellissima bambina di quasi otto anni con Trisomia 21 libera.
Devo dire che se è pur vero che oggigiorno la scuola pubblica è in sfacelo, io sono la classica eccezione che conferma la regola. Infatti sia al nido che alla scuola materna posso dire di aver avuto delle esperienze più che positive.
 
Andiamo in ordine: ho scelto l’asilo dopo aver chiesto ad una persona che lavora nel campo e me ne ha consigliato uno. Devo dire che si trova lontano da casa mia e quindi ho dovuto per due anni affrontare il traffico della mattina, ma sono un tipo fiducioso e quindi mi sono sentita disposta a farlo. Oltretutto si trova vicino casa di mia suocera e quindi potevo contare anche sul suo appoggio.
C. è andata al nido ad un anno e mezzo dopo aver subito un intervento al cuore e non camminava ancora.
È stata immediatamente ben accolta ed inserita in classe con altri 20-23 bambini tutti senza problemi.
All’inizio le insegnanti erano piuttosto “prudenti” per una precedentemente esperienza infelice con una mamma (non con la figlia) di una bimba con disabilità, ma una volta approfondita la conoscenza, le cose sono andate decisamente per il meglio.
È al nido che C. ha imparato a mangiare di tutto ed è stato al nido che ha imparato a camminare grazie ad una maestra che la portava mezz’ora, un’ora ogni giorno, in un ambiente dedicato a lei dove poteva aggrapparsi ad alcuni sostegni ed imparare, giocando, a tirarsi in piedi.
Per lei hanno inventato dei lavoretti di manipolazione e di pittura che lei faceva più spesso e con maggiore attenzione degli altri bambini e servivano per la motricità fine.
La cura e l’attenzione con cui è stata seguita per due anni C., sono certa che hanno molto contribuito al suo sviluppo e hanno fatto in modo che arrivasse alla scuola materna, ad esempio senza pannolone a tre anni.
La mia decisione di portarla in un nido “scomodo” è stata provvidenziale!
 
La scuola materna mi ha offerto gli stessi vantaggi del nido e per giunta la comodità di essere dietro casa!
Non riesco a spiegare la tenerezza e la gioia con cui C. è stata accolta!
Nei quattro anni che è andata in questa scuola C. ha fatto esperienza di tolleranza, rispetto, accoglienza ed amore da parte di altri che non erano la sua famiglia.
Dal primo anno e dal primo giorno abbiamo avuto sia la maestra di sostegno che l’AEC e sono rimaste le stesse praticamente per quattro anni acquistando una conoscenza ed una confidenza preziosa per il lavoro con C.
Ho trovato tutti, proprio tutti, dalla Coordinatrice didattica alle bidelle alla cuoca, per non parlare delle maestre, tutti dicevo pronti e ben disposti a capire quello che effettivamente era utile alla bambina seguendo le indicazioni del centro riabilitativo. Queste persone meravigliose hanno faticato con me, si sono rallegrate con me dei progressi di C. e qualche volta hanno pianto anche con me per le immancabili sconfitte.
Non so veramente dire se sia stato più grande il capitale di conoscenza professionale o quello umano impegnato nei quattro anni di permanenza di C. alla scuola dell’infanzia.
Sicuramente per noi tutti è stata un’esperienza fondamentale e di grande arricchimento sia sul piano della crescita di C. che sul piano umano.
Il rapporto con queste persone non è stato indifferente neanche per noi come famiglia.
Non posso raccontare qui quante e quali strategie siano state impegnate per tirare fuori da C. le sue capacità di autonomia, di parola (abbiamo festeggiato insieme anche le prime parolacce!) o di relazione con gli altri bambini, sono decisamente troppe e non mi basterebbero un paio di fogli.
 
So che C. ora in prima elementare non ha problemi di socializzazione, tiene correttamente la penna in mano e sa stare abbastanza bene entro le righe del quaderno.
A distanza di 4 mesi dall’inizio della scuola comincia a scrivere le vocali e compone i dittonghi.
Questo sicuramente grazie ad un’ottima scuola elementare (sono decisamente una donna fortunata e con l’occhio lungo…), ma anche grazie alle basi salde che ha avuto dalla scuola dell’infanzia.
 
Io sono ottimista e già vedo un futuro, almeno prossimo, molto roseo e alla scuola che finora ho frequentato, io e C. possiamo solo dire grazie, grazie, grazie!!!

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